Valfabbrica 

 

Piccolo centro di origine medievale situato sulla sponda del fiume Chiascio, Valfabbrica è nel Duecento una tappa fondamentale dell’affascinante sentiero tracciato da pellegrini, briganti e soldati.
La cerchia muraria del castello originario sembra essere stata irrobustita durante il Rinascimento per sostenere la forza delle armi da fuoco che stava cambiando completamente le strategie militari. Potere civile (la torre merlata) e potere religioso (la chiesa) si guardano ancora oggi con l’orgoglio di un tempo.

Alcuni biografi raccontano che San Francesco trova riparo, in pieno inverno, nell’abbazia benedettina di Santa Maria Assunta in Valfabbrica, uno dei più antichi cenobi dell’Umbria, anteriore all’anno mille. L’accoglienza fatta dal priore non fu delle migliori, i monaci si trovano davanti un mendicante sporco, intirizzito, lacero e gli riservano le mansioni di sguattero. Anni dopo, quando la sua fama sarà grande in tutto il territorio, il priore tornerà a chiedergli perdono.

Gli studiosi non sono concordi nell’identificare il luogo di questa aggressione e della successiva ospitalità presso il monastero: alcuni sostengono che il luogo dell’incontro con i briganti sia al “Pioppo“ e al monastero di Valfabbrica risale la cattiva ospitalità dei monaci, altri vedono Francesco aggredito lungo il torrente Rio Grande e ospitato poi presso il castello di Coccorano, infine, alcuni collocano questo evento nella zona di Caprignone.

Di certo, Francesco sosta per pochi giorni a Valfabbrica a causa del disgelo primaverile e del conseguente ingrossamento del fiume Chiascio. Quindi, dopo aver attraversato alla Barcaccia il fiume con una chiatta continua il suo cammino verso Gubbio.

 

Fonti Francescane

Francesco assalito dai briganti, è gettato nella neve